RINASCITA INDUSTRIALE, L’UE LAVORI AD UN CRONOPROGRAMMA PER RAGGIUNGERE I RISULTATI

Roma, 12 giugno 2015 – La commissione Politiche dell’Unione Europea della Camera ha approvato il parere per la rinascita industriale proposto dalla relatrice, la deputata di Scelta Civica Adriana Galgano, che ha posto una serie di condizioni perché si imprima un’accelerazione all’applicazione degli strumenti destinati a favorire il rilancio di uno dei comparti chiave per l’economia europea. “L’industria è infatti all’origine di più dell’80% delle esportazioni dell’Ue – evidenzia la parlamentare – e dell’80% delle attività di ricerca e innovazione condotte da privati, assicura circa un posto di lavoro su quattro nel comparto privato e, per ogni nuovo impiego, ne genera fino a 2 in altri settori”.

“Per portare la quota di Pil dell’Ue prodotta dall’industria dall’attuale 15% al 20% entro il 2020 – afferma Galgano – abbiamo chiesto al Governo di attivarsi perché la Commissione Europea definisca e si impegni su un cronoprogramma che indichi le azioni e i tempi per raggiungere gli obiettivi della comunicazione sulla rinascita industriale. L’Europa, infatti, deve adoperarsi per arrivare ad una maggiore capacità realizzativa. Per fare un ulteriore esempio, siamo soddisfatti, dopo tutte le sollecitazione che abbiamo inviato in tal senso, che l’Ue abbia preso atto che le regole sui fondi europei vanno modificate, perché quasi nessun Paese riesce a spenderne il 100%, – evidenzia la parlamentare – e che quindi abbia deciso di istituire un gruppo di lavoro per aggiornarle, ma non possiamo certo aspettare tre anni. E’ nel 2016, in occasione della revisione intermedia del quadro finanziario 2014-2020, che si deve procedere alla semplificazione delle procedure per la gestione del programma Orizzonte 2020,  in particolare attraverso il suo pilastro “Leadership industriale”, e dei fondi strutturali e di investimento europei (fondi ESI), al fine di favorirne una effettiva mobilizzazione e di incentivare l’accesso in tempi utili ai relativi finanziamenti delle PMI”.

“Per quanto attiene gli interventi di politica industriale dei singoli Stati membri, è necessario incentivarne il coordinamento – aggiunge Galgano – ed eliminare le forme di competizione sleale o dannosa tra i sistemi nazionali in seno all’Unione, imponendo la riduzione del surplus eccessivo della bilancia dei pagamenti di alcune nazioni”.

“Considerando, inoltre, che le piccole e medie imprese rappresentano una quota molto significativa del comparto industriale europeo – fa notare Galgano – non si può prescindere dall’applicazione effettiva del principio  “pensare anzitutto in piccolo”, mettendo in campo politiche che tengano conto delle esigenze delle PMI e prevedendo un regime agevolato per queste attività. In contemporanea si deve favorire, anche attraverso un sostegno di carattere finanziario, la formazione di reti tra queste imprese, che consentano loro di collaborare su progetti di sviluppo condivisi e di accedere ai mercati globali”.

“Altro impegno che l’Europa deve assumere è di quello porre al centro la ricerca applicata all’innovazione di prodotto in particolare dei materiali e delle tecnologie energetiche – aggiunge Galgano – e di favorire l’adozione pervasiva del paradigma industria 4.0 di digitalizzazione delle filiere del comparto manifatturiero e dei relativi servizi. Va anche assicurata, mediante modifiche alle normative vigenti, la coerenza tra la disciplina in materia di concentrazioni ed aiuti di Stato e gli obiettivi dell’ammodernamento di alcuni settori industriali chiave, quali, tra gli altri, la siderurgia”.

“Tra le misure fondamentali c’è sicuramente  l’attuare il pacchetto Unione per l’energia – afferma la deputata di SC – con azioni volte in primo luogo al contenimento dei costi energetici sostenuti dall’industria europea nei processi produttivi. Infine, per velocizzare l’implementazione delle politiche previste dalla Comunicazione sulla rinascita industriale, l’Unione Europea deve privilegiare il ricorso ai regolamenti piuttosto che alle direttive – chiude la deputata di SC – in modo da eliminare le differenze e le lungaggini nei tempi di entrata in vigore delle normative nazionali di recepimento”.

 

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