RIFORMA COSTITUZIONALE, ACCESO DIBATTITO ALL’INCONTRO SUI PRO E I CONTRO DEL DDL BOSCHI

Perugia, 17 marzo 2016 – “Il referendum che sarà indetto sulla Riforma costituzionale ci chiama in causa tutti e dobbiamo essere preparati per poter decidere per il sì o per il no visto che in gioco ci sono questioni importanti per il futuro del Paese. Per quanto mi riguarda, mi sono astenuta all’ultima votazione alla Camera e dovrò stabilire cosa votare in quella definitiva”. Così la deputata umbra, Adriana Galgano ha aperto l’iniziativa “Referendum Riforma costituzionale: conoscere per scegliere” che si è svolta al Giò Hotel di Perugia, illustrando i motivi della sua astensione alla Camera. “Il testo è stato peggiorato con l’introduzione di commi, uno dei quali riguarda i diritti degli elettori, – ha spiegato – che sono addirittura di difficile comprensione in italiano. Ciò che non è chiaramente espresso compromette i diritti dei cittadini. I miei dubbi riguardano inoltre l’assegnazione delle competenze in materia di Europa al Senato, un organo non elettivo e dunque considerato non autorevole che espone l’Italia  a ripercussioni pesanti a livello europeo, dove ha già problemi a contare”.

A presentare i contenuti della Riforma elettorale è stato Michele Ricciardi, esponente del Comitato per la democrazia in Umbria, che ha specificato di “essere contrario al ddl Boschi perché si tratta di una riforma che va ad incidere sui valori fondanti della nostra democrazia. Inoltre, si vuole far passare l’idea che si ridurranno i costi della politica ma la verità è che il Senato continuerà ad esistere e dunque non ci saranno rilevanti tagli alle spese. L’unica vera modifica – ha concluso – è quella relativa alla compressione dei diritti degli elettori”.

Di tutt’altro avviso il professor Luca Castelli, associato di Istituzioni di Diritto pubblico al Dipartimento di Economia dell’Università degli studi di Perugia, che ha illustrato le ragioni del sì alla riforma evidenziando come “sia necessaria per sbloccare il sistema parlamentare e superare il nodo irrisolto del bicameralismo perfetto, che ci portiamo dietro sin dall’entrata in vigore della Costituzione e che non ci possiamo più permettere”. “Con il Senato delle autonomie e la fiducia monocamerale – ha continuato – si immette la voce dei territori al centro del sistema, si accelerano i tempi di approvazione delle leggi e si rafforza indirettamente il circuito maggioranza-Governo. Questo si tradurrà in Governi più stabili e più efficaci nella loro azione”.

Estremamente critico è stato, invece, il giudizio del professor Mauro Volpi, ordinario di Diritto pubblico comparato alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Perugia che ha rappresentato i contro al ddl Boschi. “La riforma costituzionale, in combinato disposto con la nuova legge elettorale ‘Italikum’ – ha evidenziato – porterà ad un cambiamento surrettizio della forma di governo da parlamentare a iperpresidenziale, pregiudicando l’equilibrio fra i poteri. Avremmo quindi una forma di governo ‘non parlamentare del primo ministro’, che senza idonei contrappesi può diventare un modello preoccupante”. “Inoltre – ha aggiunto – il modo in cui la riforma è stata scritta comporta una vera e propria mortificazione del testo della Costituzione, che i nostri padri costituenti vollero invece il più chiaro e accurato possibile”.

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